Non è un mistero che smartphone, tablet e PC vengono utilizzati dai bambini con grandi dimestichezza. Ma quali sono i rischi che si corrono? A quale età potrebbe essere opportuno che i più piccoli li utilizzino senza problemi? Un argomento di cui si è discusso a lungo con la psicologa e psicoterapeuta Giovanna busto insieme alla pedagogista Elisabetta Rossini.
Educare verso l’utilizzo del tablet dello smartphone
Riguardo all’utilizzo del tablet e dello smartphone, la dottoressa Giovanna Busto afferma «Il cellulare è – inevitabilmente – uno strumento che fa parte del nostro tempo. È difficile quindi negarne l’utilizzo ad un bambino. Tuttavia è fondamentale che i genitori siano coscienti e consapevoli delle funzioni e dei rischi di uno smartphone e che siano in grado di farlo entrare nel sistema di vita con grande attenzione».
Secondo le professioniste, è molto importante evitare che i bambini li utilizzano fino ai 2-3 anni: «Ritengo sia da evitare l’utilizzo di smartphone e tablet fino a uno o due anni, poiché diventa una modalità per i genitori per tenere buono il proprio bambino mentre si sbrigano altre faccende, come se fosse una baby sitter. Ma stare da soli davanti al tablet per più di due ore può portare al rischio isolamento».
L’importante è poi fare una differenza fra smartphone e tablet. Un argomento su cui si è soffermata la pedagogista Elisabetta Rossini affermando: «I tablet vengono dati ai bambini sin da quando sono molto piccoli, anche prima dei due anni. Ma sarebbe meglio evitarlo fino almeno ai tre anni. Giocando con il tablet, i bambini sono in grado di memorizzare i passaggi per, ad esempio, sbloccare lo schermo o accedere alle app, ma nella prima infanzia sarebbe importante che facessero, piuttosto, esperienze tattili. Gli strumenti tecnologici possono essere utilizzati ma con grande moderazione e con il controllo costante degli adulti: i bambini davanti allo schermo perdono la cognizione del tempo e la fruizione che ne consegue è solo passiva, non certo attiva e sensoriale».
Alcuni esperti americani inoltre sono d’accordo con l’affermare: «Niente tablet e smartphone sotto i 18 mesi. Al massimo, può essere concessa qualche video chat per esempio con i nonni, gli zii o magari un parente lontano. A patto che sia sempre presente una figura di riferimento del piccolo, che gli spieghi che cosa sta succedendo».
Invece, nei bambini un po’ più grandi è possibile dare, di tanto in tanto, il tablet o il cellulare anche se è importante che i genitori controllano il tempo che i piccoli passano davanti allo schermo e che i giochi che stanno facendo siano adatti alla loro età.
In base a ciò che affermano i pediatri degli Stati Uniti, per i bambini tra i due cinque anni di età e molto importante evitare di superare un’ora al giorno con TV, smartphone o tablet, andando sempre a scegliere i programmi di ottima qualità.
Inoltre a partire da sei anni, è molto meglio preferire il tablet allo smartphone anche se bisogna comunque intervenire sul tempo di utilizzo: “Vietarlo per più di 20 minuti, e soprattutto mai in solitudine, altrimenti il rischio è anche quello di creare al bambino una dipendenza che lo porti ad isolarsi, a chiudersi e ad avere ripercussioni sui suoi livelli di attenzione e concentrazione, fino alla regolazione del sonno”.
A quale età concedere lo smartphone ai bambini
Gli specialisti sono d’accordo con l’affermare che lo smartphone non deve essere dato ai più piccoli prima degli 11 anni: «A 11-12 anni il bambino non è un individuo passivo, ma è capace di cogliere nozioni importanti e capire anche il disappunto del proprio genitore in relazione a un uso eccessivo dello smartphone – continua Giovanna Busto -. Mamma e papà hanno il compito di far comprendere al figlio l’importanza del tempo e delle priorità: meglio stare con gli amici piuttosto che passare il pomeriggio in camera a chattare con lo smartphone».
D’accordo sembra essere anche la pedagogista Elisabetta Rossini la quale continua affermando: «Ritengo che lo smartphone sia del tutto inutile prima delle medie. Negli anni delle elementari difficilmente i bambini passano molto tempo da soli e senza adulti: per quale motivo dovrebbero dunque avere bisogno di un cellulare? Generalmente, sia a scuola con le insegnanti che fuori con genitori o baby sitter, i bambini sono con persone adulte che per necessità possono essere contattate o che possono far utilizzare il telefono ai bambini il tempo di una chiamata. Con le scuole medie, i ragazzi iniziano invece a fare il percorso casa-scuola da soli e quindi il cellulare può essere un regalo da fare anche pensando alla serenità e alla sicurezza dei genitori stessi».
Quali sono i rischi che i bambini corrono
In base a ciò che afferma Giovanna Busto, nel momento in cui un bambino ha libero accesso ad uno smartphone, il rischio che corre è quello di trovarsi in siti inadeguati che vanno ad amplificare un linguaggio scurrile e creare confusione riguardo a temi importanti: ” A questo si aggiunge il problema relativo al riconoscimento emotivo: l’utilizzo eccessivo delle chat ad esempio non permette fino in fondo di capire i bisogni dell’altro, poiché manca uno scambio diretto e faccia a faccia, e il rischio è quello di sfociare nel cyberbullismo, dove il valore è dato all’aver postato e quindi dal “farsi vedere” piuttosto al cosa si posta e alle sue possibili conseguenze».
Quindi, prima di dare uno smartphone in mano ad un bambino è molto importante applicare tutti i blocchi di controllo evitando così che il piccolo possa accedere totalmente alla vasta rete del web.